Montefino, nel medioevo Mons Siccus e poi Montesecco, pone le sue origini tra X e XI sec., quando si sviluppò il primo nucleo abitativo nella parte più alta e più impervia del colle, oggi detta “corte” come è testimoniato dai registi della torre quadrangolare.
La storia di Montesecco nel 1430 ebbe una svolta quando il capitano di ventura Jacopo Caldora lo cedette a Giosia d’Acquaviva: da qui e per quattro secoli le sorti di Montesecco sono legate a questa famiglia.
Risale a quest’epoca lo sviluppo del borgo e del Castello degli Acquaviva con il caratteristico torrione circolare situato all’angolo est dell’abitato.
La struttura più antica, in pietrame, è inglobata in muraglie in laterizio (XVI/XVII sec.), nelle quali si notano i beccatelli e le caditoie. Si muri delle scarpe di rinforzo vi sono due epigrafi 1734 e 1737 che indicano le date della loro realizzazione dopo i danni subiti dalla torre in occasione del terremoto del 1730.
Giosia ne fa il suo castello di caccia e nella guerra con Francesco Sforza dal 1438 al 1442, diventerà il rifugio inespugnabile che gli permetterà di riprendere le redini di una guerra, oramai persa, e riconquistrare cosi il ducato di Atri.
(opuscolo Giornata Fai)