Tra le vestigia più antiche di Canzano, restano le tracce dell’incastellamento medievale, visibili già nelle viuzze interne del paese (ad esempio Via Piazzetta, larga appena 65 cm), alcune delle quali presentano archetti di collegamento tra gli edifici laterali, e ancor più nei tratti di mura, seppur rimaneggiati nei secoli.
Salendo verso il centro del paese, sul lato sinistro dell’asse viario principale, il visitatore può osservare i resti di una cinta muraria, in pietrame d’arenaria a conci non squadrati, e del il Torrione, costruzione fortificata a pianta circolare, edificato tra il XIV ed il XV secolo.
Quest’ultimo è una torre di fiancheggiamento delle mura, con pareti in muratura continua a sacco, con rinforzi in laterizio, secondo la consuetudine della tecnica edilizia del tempo nel teramano. La struttura conserva le tracce della sua originaria funzione difensiva nella parte superiore, di ampiezza maggiore rispetto alla base, sorretta da beccatelli (mensolette di appoggio che, usate in serie, costituivano un elemento strutturale e decorativo di torri, cammini di ronda e balconate) in mattoni aggettanti che terminano in archetti a tutto sesto: la funzione degli elementi costruttivi posti sui beccatelli era la possibilità di esercitare la difesa “piombante”, utilizzando lo spazio tra i beccatelli stessi come caditoie, da cui lasciar cadere liquidi o pesi sufficienti a danneggiare i soldati assedianti durante un assalto.
Le mura esterne del torrione canzanese presentano, infine, diverse buche pontaie non colmate, buchi aperti nella muratura, usati nell’edilizia medievale per conficcare i pali delle impalcature (ponti) necessarie a costruire gli edifici più alti (le travi in legno venivano sostituite ad alcuni mattoni e murate, così, nell’insieme, per essere poi tolte in un secondo momento, lasciando un’apertura che poteva essere colmata o costituire la base di appoggio di ballatoi esterni in legno) – simili a quelli delle torri di Cellino Attanasio e Montefino.
La strana posizione del torrione, piuttosto arretrato rispetto al tratto murario che lo circonda, ha spinto gli studiosi ad approfondire il rapporto tra le due costruzioni. E’ risultato che della cinta muraria del XIV secolo, dovuta agli Acquaviva, non restano che i materiali costruttivi originali, mentre le mura oggi visibili sono un rifacimento del XVIII secolo. Un disegno del paese, realizzato nel 1700 e conservato negli archivi comunali, infatti, mostra come l’antica cinta muraria fosse costituita da una serie di paramenti di rinforzo alle pareti esterne degli edifici che delineavano il perimetro del borgo, con il torrione in posizione più avanzata. Se il disegno è degli inizi del XVIII secolo bisogna pensare che in un periodo successivo le mura vennero ricostruite, con i materiali originali, nel modo in cui oggi le vediamo, a costituire un bastione più esterno rispetto al perimetro vero e proprio del paese, con una serie di varchi d’accesso che, attraverso i caratteristici giardini rialzati, conducono fino alla piazza.
La superficie più esterna delle mura è interrotta da pseudo archi a sesto acuto, che sembrano un elemento decorativo ma che nacquero per motivi tecnici: le caratteristiche dell’ogivale permettevano di meglio distribuire il peso della massiccia struttura muraria.